Ha avuto inizio il 25 maggio in occasione della prima edizione di POITA IN SARDU?, l’iniziativa civica PER UN BILINGUISMO COMPIUTO, strumento che consentirà ai sardi di rivendicare un proprio diritto tutelato dalla Costituzione e dalle leggi.
L’iniziativa è promossa da Alfa Editrice, Acadèmia de su sardu onlus, Movimento Sardegna Zona Franca, Laras – Suoni e Parole di Sardegna (associazione culturale).
PER UN BILINGUISMO COMPIUTO
PO UNU BILINGUISMU CUMPRIU
PRO UNU BILINGUISMU CUMPRIDU
Si è sempre detto che esprimersi nella lingua sarda sia un diritto, noi pensiamo che invece sia un dovere civico, un’azione che deve essere civicamente affidata a ciascuno di noi perché serve a ritrovare la nostra sardità. È infatti necessario difendere l’identità del popolo sardo e combattere la diaspora imposta dalla distruttiva mentalità attualmente dominante con l’arma invincibile della consapevolezza di sé.
Perciò il 25 maggio, in occasione dell’evento POITA IN SARDU?, i partecipanti al convegno hanno ricevuto un format, predisposto con la consulenza dell’avv. Francesco Scifo, da compilare, firmare e consegnare agli organizzatori.
COMUNICATO
I promotori dell’iniziativa, a cui i partecipanti presteranno il consenso e forniranno copia del proprio documento d’identità, si occuperanno d’inviare direttamente l’autocertificazione di sardità a tutte le istituzioni, per affermare che tutti i sardi hanno il diritto-dovere di utilizzare la loro lingua.
Secondo le leggi italiane vigenti, consolidate dalla Giurisprudenza della Suprema Corte di Cassazione, tutte le istituzioni, una volta ricevuta la richiesta, avranno l’obbligo, giuridicamente tutelato, di rispondere a chi lo ha chiesto in sardo e in italiano.
Questa semplice richiesta consentirà a tutti i sardi di dialogare con la loro lingua con il mondo e di adempiere la missione di salvaguardare l’unità di un popolo che solo la strenua difesa della propria lingua può garantire.
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